⚠️In questo articolo parleremo di metodi che si possono usare per qualsiasi pianta e non solo per le orchidee. Questo articolo vuole essere solo a titolo informativo e non si assume nessuna responsabilità sulle scelte prese e sui risultati ottenuti dal lettore⚠️

Spesso sui vari social mi viene chiesto come faccio con le mie piante quando vado in vacanza. Come mi comporto e come faccio ad avere la certezza che tornando sia tutto apposto.

Beh spoiler, la certezza al 100% non ce l’ho praticamente mai, ma va bene cosi, fa parte del gioco. Ricordatevi sempre che dagli errori si impara e senza quelli non miglioreremo mai. Quindi se vi muore qualche pianta, non prendetevi troppo a male, capita a tutti, cercate di capire cosa è successo e miglioratevi✨

Fatta questa premessa iniziamo a parlare di come tratto le piante quando vado in vacanza o sono assente per più giorni da casa. Ci sono varie domande da farsi per capire come sistemare al meglio le nostre piante:

  • Per quanto tempo saremo assenti?
  • Ogni quanto annaffio la pianta?
  • Di quanta acqua ha bisogno questa pianta per stare bene?
  • Di quanta luce ha bisogno?
  • In che substrato o supporto la coltivo?
  • Ho qualcuno che può venire a darmi un’occhiata mentre io non ci sono?

Una volta che ci siamo posti queste domande dovremmo avere un’idea più chiara di come procedere con la sistemazione delle nostre piante. Altro consiglio per facilitare la sistemazione, cercate di conoscere e capire le vostre piante durante l’anno, come reagiscono ai vari cambiamenti, come si comportano ecc. Cercate di riunire assieme tutte le piante che necessitano di condizioni simili per facilitarvi durante il periodo di assenza.

Metodi

Usufruire di un altro essere umano: questo è uno dei metodi più usati e anche più facili. Chiamare un amico o un familiare, mostrargli come fare o scrivergli un foglio su come irrigare le piante e come capire se ne hanno bisogno o no ed il gioco è fatto.

Avrete anche la possibilità di avere degli aggiornamenti in diretta se avete l’ansia di lasciare da sole le vostre piante 😝. Bisogna solo fidarsi di chi si prenderà cura delle piante.

Usare delle scatole trasparenti: nel mondo delle piante sono spesso chiamate “Grow box” e sono un ottimo metodo per non irrigare le piante per lunghi periodi.

Solitamente vengono usate per Anthurium, Philodendron, Orchidee e tutte quelle piante che hanno bisogno di un’umidità elevata. Io solitamente le uso spesso e anche quest’anno, come avete visto da ig, le sto usando per tutte le mie piante. Basterà bagnare (non eccessivamente) le piante prima di metterle nelle scatole e poi faranno tutte da sole, creandosi da zero l’umidità di cui hanno bisogno. Come se fosse un terrario gigante✨.

Ovviamente queste scatole, come i terrari, devono essere ben illuminate ma NON alla LUCE DIRETTA del sole. Se il sole illumina direttamente queste scatole si creerà un forno, portando alla morte di tutte le piante al suo interno, praticamente le bollirà. Perciò consiglio di usare delle growlight o di sistemarli lontano da finestre o vetrate dove entra il sole diretto.

Usare l’irrigazione automatica: Questa tecnica può essere usato sia per piante in vaso che per piante in altri substrati o supporti. Ne esistono di vari tipi come gocciolatori o nebulizzatori.

Vanno scelti in base alle nostre esigenze e al tipo di pianta. Potete trovare diversi kit su internet, con varie componenti in base alle vostre esigenze. I gocciolatori solitamente si usano per le piante in vaso mentre i nebulizzatori si usano per aumentare l’umidità quindi sono ottimi per piante in zattera o che si trovano in luoghi chiusi come serre.

Io uso la nebulizzazione automatica nel mio orchidario cosi non devo stare a bagnare continuamente le mie orchidee in zattera.

Usare riserve di acqua in gel: Non è un metodo tanto usato, almeno da me. Sono chiamati anche con il nome di “acqua complessata”. Si tratta di usare un gel che fa da riserva di acqua e piano piano rilascia quest’acqua all’interno del substrato. Solitamente si usano per substrati fatti principalmente di terra e non di inerti.

Questo gel può essere già pronto e quindi va solo inserito all’interno del substrato o può essere in polvere o in palline che vanno immerse in acqua per tot tempo e poi saranno pronte per essere messe nel substrato. Su internet ne potete trovare veramente di tante tipologie diverse (leggete bene come va usato). Non vi so dire se funziona oppure no 😅

Usare coni di terracotta: questo metodo l’ho sempre usato, per le piante con substrati composti principalmente di terra. E’ un metodo abbastanza semplice, che sfrutta la porosità naturale della terracotta che piano piano fa passare l’acqua da una parte all’altra, tenendo umido il susbtrato.

Ne esistono di tante tipologie, quella che vedete in foto è quella che uso io da anni ormai e ha bisogno di un serbatoio esterno da dove prelevare l’acqua. Ma esistono anche quelli che si avvitano direttamente alle bottiglie d’acqua e tanti altri con varie riserve. Scegliete quello che più preferite. Sappiate che andranno poi piantati direttamente nei vasi delle piante.

Per farlo funzionare a dovere dovrete svolgere vari passaggi. Per prima cosa dovrete immergere in acqua, per 10-20 minuti circa, i coni e gli eventuali cavi, una volta trascorso il tempo li riempite di acqua, li chiudete e prima di piantarli nel vaso, dovrete bagnare molto bene il substrato. Una volta fatto potrete inserirli nel substrato (se ci sono cavi, come in foto, quelli vanno inseriti nel serbatoio d’acqua che va posizionato più in alto rispetto al vaso nel quale inserirete i coni). Comunque leggete sempre le varie istruzioni perchè potrebbero essere diversi.

Usare vasi con il serbatoio (autoirriganti): questi vasi hanno un serbatoio d’acqua incorporato dal quale pescano l’acqua tramite vari meccanismi. In commercio se ne trovano di molti tipi, con vari design, colori e modalità di pescaggio.

Questa tipologia di vasi vi permette di non irrigare le vostre piante per diverso tempo (questo varia da pianta a pianta). Garantendovi una sicurezza in più durante i viaggi. Questi vasi non li ho mai visti utilizzati per orchidee o simil, ma sempre e solo per piante con substrati terrosi (ma questo non vuol dire che non si possa provare😝).

Altro consiglio se volete utilizzarli, non arrivate mai al massimo della capacità del serbatoio, ma state sempre un pò sotto, cosi eviterete marciumi vari perchè l’acqua starà non sarà direttamente a contatto con le radici delle piante. (leggete comunque sempre le istruzioni d’uso)

Usare il tappetino capillare: questo metodo è abbastanza recente, usa sempre il principio della capillarità dell’acqua. Sono dei tappeti fatti di un materiale che assorbe acqua (solitamente TNT) e poi per capillarità lo rilascia piano piano.

In commercio ne esistono molti, di varie misure e materiali ma usano tutti lo stesso principio. Per farli funzionare correttamente vanno prima immersi completamente in acqua finchè non avranno assorbito l’acqua, e saranno arrivati a saturazione, poi dovranno essere posizionati sotto ai vasi scelti e la fisica farà il resto (ma leggete sempre le istruzioni d’uso). Non vi so dire per quanto rimangono bagnati, ma sono comunque da usare per piante con substrati terrosi.

Usare vetrinette o altre serre: un altro metodo molto usato è quello di riunire le piante, che hanno bisogno di cure simili, in vetrinette (solitamente di IKEA) o in altre serre (tipo il mio orchidario). Cosi da facilitarne la cura durante l’assenza.

Questo metodo è molto simile a quello delle scatole trasparenti, ma ha delle differenze. Per prima cosa esteticamente è molto più bello e appagante, ma non è questo quello che ci importa. A differenza delle scatole queste vetrinette non sono chiuse ermeticamente, quindi si, ci sarà un innalzamento dell’umidità ambientale al suo interno, ma non arriverà mai ai livelli delle scatole trasparenti. Quindi le piante dovranno essere bagnate molto più spesso, ma sempre meno rispetto a se le teniamo fuori.

Anche per vetrinette e serre vale lo stesso discorso dell’illuminazione. Non vanno mai e poi mai messe dove prendono la luce diretta del sole, perchè il vetro fa da lente e brucia tutto. Quindi o le illuminate con le growlight o cercate una posizione luminosa ma lontano dai raggi diretti del sole.

Usare sottovasi e argilla espansa: questo metodo è abbastanza utilizzato e conosciuto, ma spesso è usato nel modo sbagliato. Erroneamente si pensa che mettere dell’argilla bagnata nel sottovaso della pianta possa alzare l’umidità ambientale, ma non è cosi, o meglio, lo fa ma solo noi primi centimetri. Quindi alla pianta non arriva nessun beneficio se non rimanere con le radici in ammollo in acqua e argilla, aumentando cosi il rischio di far marcire la parte inferiore dell’apparato radicale.

Una cosa che si può fare, se volete usare questo metodo, è quello di usare un sottovaso il doppio più grande rispetto al vaso, al centro mettere un altro sottovaso capovolto (deve essere alto quanto l’altro sottovaso), o del polistirolo, in modo da fare spessore e tutto intorno metterci l’argilla espansa. Poi potete riempire d’acqua rimanendo al di sotto del sottovaso centrale, cosi facendo le radici non saranno mai a contatto con l’acqua.

Questo metodo ha il solo scopo di alzare l’umidità intorno alle vostre piante e non quello di irrigarle. Se lo volete usare, vi consiglio di mettere del muschio sopra l’argilla cosi da aumentare ancora di più la produzione di umidità e di abbassare ancora la possibilità di marciume per le vostre piante. Per di più questo metodo è spesso consigliato, sui vari social e in molti siti, per alzare l’umidità alle orchidee, ma come detto prima è spesso usato in modo sbagliato, portando poi al marciume delle radici, che stando sempre a contatto con l’argilla umida vanno in asfissia. Perciò pensateci bene… io lo userei come ultima opzione.

NON USATE MAI IL GHIACCIO COME METODO DI IRRIGAZIONE. Specialmente con le orchidee, è freddo e a contatto con le parti della pianta le brucia, non rilascia abbastanza acqua ed è uno sbalzo termico troppo elevato, l’acqua che si crea dallo scioglimento è fredda e NON VA BENE.

Solitamente prima di andare via faccio in modo che le piante siano bagnate il giusto, ne troppo ne troppo poco, perchè si, purtroppo tendiamo a bagnare più del dovuto quando andiamo in vacanza per paura che le piante muoiano di sete… ma succede sempre il contrario, torniamo e hanno risentito della troppa acqua che gli abbiamo dato.

Questi sono i metodi che mi sono venuti in mente per irrigare le piante mentre siete assenti. Oltre questi metodi ne esistono sicuramente altri, che se conoscete per favore ditemelo che li aggiungo volentieri, cosi da creare una guida il più completo possibile. Possiamo essere anche creativi e crearne da zero usando la capillarità dell’acqua (usando cordini o altro).

Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete domande non esitate a contattarmi✨

Sitografia e Bibliografia


2 risposte a “Piante in vacanza? Ecco come fare!! 💦”

  1. Avatar Fabio
    Fabio

    Ciao, premesso che reputo tutte giuste le cose che hai detto, il mio problema è che ho una trentina di phalaenopsis ed essendo alcune di loro piccole, altre più grandicelle, un po in sfagno e altre in bark, altre ancora appena rinvasate ecc. ho la necessità di controllare giornalmente le radici di ognuna e provvedere di conseguenza. Alcune sono da bagnare ogni 2 giorni mentre altre le porto avanti x 1 settimana o piu solo con le nebulizzazioni. Secondo me, per situazioni come la mia dove bisogna bagnare in 10 modi diversi, l’unica resta ancora la persona di fiducia (e a volte si trovano danni anche in questo modo). Non puo esistere un sistema “universale” che vada bene per tutte le piante.
    Comunque quella delle box trasparenti non la sapevo.
    Buona serata
    Fabio

    1. Avatar crii.cro

      Esatto, sono d’accordo con te! Nella coltivazione delle piante nessun metodo è giusto per tutti, ognuno deve adattare quello che legge o impara alle proprie esigenze. E solo provando e sbagliando si impara cosa è meglio e cosa no.